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Sorprendente risultato ottenuto con il telescopio spaziale James Webb Spase Telescope (JWST) nella NASA (frutto anche della colaborazione con agenzoia spaziale europea) che consente di meglio conoscere l’Universo grazie alla nitidezza delle immagini tramesse, decisamente superiori a quelle ottenute con il telescopio Hubble. Le foto trasmesse dal telescopio JWST ed alaborate dalla NASA, mostrano ammassi di galassie lontane da noi quasi 5 miliardi di anni luce. Per rendersi conto della distanza di queste galassie da noi, basta pensare che la luce percorre circa 300.000 km al secondo, se si moltiplica questo valore per il numero di secondi di un anno (circa 31.550.000) si ha la distanza di un anno luce. Le foto ci mostrano ammassi di galassie di diverse forme, così come erano 5 miliardi di anni fa, il tempo che la luce ha impiegato per arrivare a noi. Un passo avanti per capire l'origine dell'universo e riuscire a captale le immagini del Big Bang. Da recenti studi si è datata la formazione della Terra a 4,54 miliardi di anni fa, le prime tracce della vita sulla Terra si fanno risalire a 3,48 miliardi di anni e l'uomo ad appena 150 milioni di anni fa. La data di formazione del il sistema solare è stimata di 4,568 miliardi di anni con un accuratezza della stima di circa 2 milioni di anni (stima dell’Università della California), quindi le immagini delle galassie trasmesse dal telescopio JWST sono quasi coeve, se così si può dire, alla formazione del sistema solare e della Terra. Ma quanto è grande l'Universo? Possiamo dire quanto è vecchio 13,8 miliardi di anni, ma le sue dimensioni sono molto più grandi, perchè l'universo si espande. Questo perchè la luce trasmessa alla nascita dell'uniìverso con il Big Bang (teria più accreditata) ha impiegato 13,8 miliardi di anni per arrivare a noi, ma nel frattempo l'universo ha continuato ad espandersi, di conseguenza le dimensioni dell'universo sono molto più grandi di 13,8 milirdi di anni luce.
Nell’universo il processo naturale (spontaneo) di qualunque stato (condizione) della materia è quello di passare via, via ad una condizione con più alta entropia, si può anche dire passare da un sistema più ordinato ad uno più disordinato. Così, ad esempio, tutta la materia nel tempo si “degraderà” sino a diventare semplice luce. Questa regola vale per tutto. Ecco perché ad esempio qualunque manufatto dell’uomo con tempo si degrada, perché nella costruzione del manufatto l’uomo altera lo stato della materia abbassandone l’entropia utilizzando energia (animale, fossile, ecc.).
Sperando di essere stato chiaro, nell’universo e quindi in natura tutti i processi seguono inevitabilmente tale regola, ma il problema che pongo è questo:
- il processo naturale che ha portato alla comparsa della vita sembrerebbe contraddire tale regola? La materia passa – in estrema sintesi - da una condizione con più alta entropia (più disordinata) ad una con più bassa entropia (più ordinata): l’essere vivente ha una entropia molto più bassa della materia “inerte”.
- Gli esseri viventi si riproducono trasmettendo il proprio patrimonio genetico ai discendenti. Questo processo ripetuto un numero considerevole di volte, per il secondo principio della termodinamica, ad ogni passaggio dovrebbe “perdere qualcosa”, fatta eccezione per i casi in cui “accidentalmente” la trasmissione del patrimonio genetico per qualsivoglia motivo non avviene correttamente. Volendo fare un esempio, una pianta in un vaso non si piò pensare che raccogliendo tutte le foglie e i rami caduti o che si sono seccatii, rimettendoli nella terra del vaso la pianta abbia lo stesso nutrimento che può estrarre dalla terra che aveva inizialmente è invece indispensabile aggiungere di tanto in tanto del concime o cambiare la terra del vaso con una nuova non sfruttata, perché la pianta nel mantenersi in vita e nel riprodursi "dissipa energia" che non può essere tutta recuperata dai suoi cascami. Ritornado alla riproduzione degli esseri viventi, questo potrebbe significare che nel tempo si perde la parte che più “pesa” nel definire l’entropia di ciascun individuo e potrebbe invece avvantaggiare quella parte che non lo è o lo è molto di meno? Ad esempio, la riduzione della massa corporea; oggi in natura salvo rare eccezioni come le balene, non esisto animali di grandi dimensioni come i dinosauri. Poterebbe essere in alcuni casi (come l’uomo) associato allo sviluppo dell’intelletto (intelligenza) considerando il fatto che la massa celebrale ha un peso (massa) decisamente inferiore, se non trascurabile rispetto alla massa corporea nella sua totalità?
... forse sbaglio qualcosa?
Il mancato sfruttamento delle risorse energetiche italiane sono da ricondurre ad errori macroscopici di valutazione da debitare a presunti ambientalisti che ben poco conoscono l’argomento, pur ritenendosi difensori dell’ambientante.
Parliamo ad esempio del metano e del gas che l’Italia potrebbe estrarre dal fondo dei propri mari invece di acquistarlo da terzi, riserva energetica stimata complessivamente in circa 150 miliardi di metri cubi (cfr. rivista Affari Italiani 17.12.2021)?
L’estrazione di questi gas è stata ostacolata dagli ambientalisti che ne hanno fatto il proprio “cavallo di battaglia”, ma parlando proprio di salvaguardia dell’ambiente andiamo al nocciolo della questione.
Alcune Associazioni ambientaliste si sono animatamente batture da anni contro le trivellazioni (ad esempio nell’Adriatico, promuovendo anche un referendum popolare a tale scopo) con la scusante, oltre a quella politica per ostacolare le multinazionali, di incentivare così le fonti energetiche alternative.
Le fonti energetiche alternative come “Il Sole” e “il Vento” sono utili e necessarie per contenere l’utilizzo dell’energia prodotta da combustibili fossili, ma da sole non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico di una nazione industrializzata come l’Italia che è pari a circa 310 Twh (ovvero 310.000 miliardi di wh).
Precisato questo e parlando in generale del nostro Pianetta, nel sottosuolo ci sono grandi riserve di metano e se l’obiettivo è ridurre l’inquinamento dell’atmosfera, lasciare il metato inutilizzato nei giacimenti non va di certo a vantaggio dell’ambiente
Per il secondo principio della termodinamica, il gas contenuto nelle viscere della terra tende inevitabilmente a fuoriuscire, inquinando così l’atmosfera perché il metano è un gas serra trai più pericolosi e nocivi. È quindi più utile utilizzarlo bruciandolo. La combustione del metano in presenza di ossigeno dà luogo ad una semplice reazione chimica: una molecola di metano (CH4) combinata con due molecole di ossigeno (2 O2) produce acqua e anidrite carbonica nella proporzione rispettabilmente di 2 a 1 (due molecole di acqua e una di anidrite carbonica).
È quindi facile comprendere l’utilità economica e ambientale di estrarlo e utilizzarlo.
Trovo assurdo continuare ad assistere oramai da anni a queste contraddizioni che in Italia in particolare hanno e stanno solamente provocando danni. Spero solamente che ai paraocchi ideologici si faccia invece ricorso alla competenza e al buon senso.
La cosiddetta “crisi energetica” che sta mettendo in crisi il Sistema Italia è per gran parte colpa dei presunti ambientalisti (presunti perché non di rado privi di conoscenze specifiche) ben noti e politicamente individuabili che non hanno consentito la diversificazione dell’approvvigionamento energetico in Italia con i loro NO. Così oggi il nostro Paese rischia di perdere gran parte della sua industria manufatturiera il che significa disoccupazione e povertà diffusa e sta provocando danni economici alle famiglie. Così esempio, l’aumento sconsiderato del gas e del metano non sta certo colpendo chi ha disponibilità economica. È mancata colpevolmente una strategia politica estera che avrebbe salvaguardato l’Italia dalla crisi energetica e dalla conseguente “tragedia economica” a cui ci stiamo affacciando da spettatori impotenti. Ma così NON è stato grazie credo all’incompetenza di certi politici a cui andrebbe presentato il conto !
In merito al conflitto appena iniziato tra Russia e Ucraina, credo che una considerazione vada fatta sul comportamento dell’occidente (NATO, USA ed Europa). Mi sembra singolare la “sorpresa” europea per un conflitto annunciato da tempo. Gli USA hanno più volte detto con chiarezza che ci sarebbe stato un attacco russo all’Ucraina e forse il Presidente Russo Putin si è sentito rassicurato ad aguire per la chiara debolezza del Presidente USA Biden. La ipotetica impasse della Nato a non intervenire è dovuta al fatto che l’Ucraina non ne fa parte e le sanzioni più o meno pesanti che saranno applicate alla Russia lasciano un po' il tempo che trovano, nessuna sanzione nella storia ha fermato le guerre e fanno male all’economia del Paese che le riceve, ma anche a quelli che le mettono in atto dando adito a divisioni. Questo “nuvolone” generato dalla crisi Ucraina, penso che nasconda il vero “problema”, ovvero il rischio di un conflitto nel Pacifico per le mire espansionistiche della Cina che vorrebbe annettersi Taiwan, perché in questo caso ritengo probabile che l’America (e i suoi alleati) intervenga militarmente.
Infatti, dopo l’Afganistan e il conflitto Russo-Ucraino, gli USA non possono permettersi di fare da spettatori. La Russia non ha più lo stesso “peso” che aveva nel periodo della cosiddetta “Guerra Fredda”, oggi il vero confronto muscolare è con la Cina, potenza militare ed economica che può essere considerata il vero antagonista degli USA.
In tutta questa complicata storia però l’Europa ne esce malissimo come un insieme di Stati poco ininfluenti nello scacchiere internazionale