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Cosa si intende per pensiero unico? Questo può essere definito (Cfr .ad esempio il Dizionario Treccani) come una omologazione, assenza di differenziazione nella concezione politica, economica e sociale ed ha come conseguenza la non accettazione di antagonisti politici e culturali.
E’ quello a cui si sta assistendo da qualche anno a questa parte nelle società occidentali, dove una presunta élite culturale-politica tenta in tutti i modi di imporre come verità inoppugnabile la propria concezione politica, etica, morale e culturale mascherata spesso come “valore indiscutibile di democrazia universalmente riconosciuto”. Dal mio punto di vista trattasi invece di un revisionismo il più delle volte sfrontato e pericoloso, del diritto alla libertà di pensiero e di espressione. Questa versione moderna del “pensiero unico” apparentemente differente a quello delle dittature del secolo scorso, è mascherato come “inclusione” accogliendo tutte le possibili sfumature o se volgiamo varianti che non sono in antitesi a questa visione della Società che si vorrebbe così “perfetta”, escludendo di conseguenza tutto ciò che è alternativa tacciata come lesiva della democrazia. Se proprio vogliamo mettere a confronto il “moderno pensiero unico” con quello di alcune dittature del secolo scorso, la differenza sta nel fatto che il “moderno pensiero unico” non gode del consenso popolare che invece aveva quello di alcune dittature del passato.
Nel XXVII secolo la “Santa inquisizione” censurava gli antagonisti al “credo” ufficiale imposto dalla Chiesa. anche con modalità violente come la tortura e il rogo. Oggi come allora anche se con modalità differenti, una “Nuova Santa Inquisizione” censura gli antagonisti al concetto di “democrazia” così come omologato da una fazione politica che di fatto è figlia della débâcle ideologia simbolicamente riconducibile alla caduta del “Muro di Berlino”. Oggi come all’ora vengono imposti come “politicamente corretti” dogmi di comportamento e di etica morale che non possono essere messi in discussione.
Ma il diritto fondamentale alla libertà di espressione e di pensiero è uno dei valori cardine che connotano uno Stato democratico, viceversa il “pensiero unico” caratterizza una società governata da una dittatura e la dittatura può manifestarsi e assumere forme diverse, come il controllo dei mezzi di comunicazione (TV, social, ecc.) e addirittura “reinterpretando” a proprio comodo, il concetto stesso di libertà.
Credo che sia necessario porre un freno a questa deriva ideologica.
L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti lavorati che si sta verificando in quest’ultimo periodo, può mettere in ginocchio il settore dell’edilizia in Italia e bloccare la ricostruzione post sisma 2016 e l’accesso agli incentivi previsti con il cosiddetto “ecobonus” (110%%).
In questo contesto caratterizzato anche dalla carenza della disponibilità di materie prime, c’è il rischio concreto della chiusura di molte imprese che si trovano nelle condizioni di non poter portare a termine gli appalti già assegnati. A tal proposito si pensi agli appalti pubblici per le grandi opere, ma anche agli appalti privati, ad esempio legati alla ricostruzione o all’ecobonus. In sostanza gli appalti non risulterebbero più economicamente convenienti. Ed è questo il rischio che si potrebbe correre con il conseguente blocco dei cantieri. Per citare alcuni esempi, l’acciaio sta registrando un aumento anche del 130%, del 40-50% dei polietileni, le opere in cemento armato di circa il 20%, del cemento del 10%, il petrolio del 30-35% e così il costo dei trasporti e questa lista potrebbe proseguire a lungo: E’ poi da considerare che questi dati possono essere presi in considerazione come in continua evoluzione.
E’ da aggiungere che con l’attuale normativa non è possibile adeguare i prezzi, la cosiddetta “revisione prezzi” che tanto fece discutere in passato per le modalità con cui tale strumento è stato utilizzato per far lievitare impropriamente i prezzi. Sta di fatto che necessita urgentemente un intervento normativo per scongiurare il blocco dei cantieri e favorire l’apertura di nuovi.
Quanto durerà tutto questo? Nessuno può saperlo con certezza.
L’attuale situazione caratterizzata dalla carenza di materie prime (e lavorati) e dall’aumento dei prezzi, non sono direttamente imputabili alla epidemia ancora in corso, la quale ne ha forse
Nell’ultimo anno sono aumentati i depositi bancari soprattutto da parte di Gente comune, forse anche per l’incertezza sul futuro creata dalla pandemia, di conseguenza le Banche hanno incamentato molta più liquidità in denaro (gli ultimi dati Istat confermano questa tendenza) e da questo dato di fatto si sta per profilare un vero e proprio paradosso a discapito di Cittadini e piccole e medie imprese.
Se da un lato lo Stato impone l’apertura di conti correnti limitando i pagamenti in denaro imponendo un tetto per i pagamenti in contati a favore della cosiddetta “moneta elettronica” (bankomat, carte di credito), dall’altro lato si prospetta la tassazione dei depositi bancari perché le Banche hanno acquisito troppa liquidità in denaro. E’ questo un paradosso generato dal fatto che le Banche che utilizzano la propria liquidità per investirla, devono garantire in qualunque momento la solvibilità dei depositi e quindi sono vincolate a far si che tale liquidità sia sempre disponibile. Essendo le Banche delle società a scopo di lucro (S.p.a.), devono cercare obbligatoriamente un utile. E qui nasce l’altro paradosso. L’utile le Banca lo ricavano dagli investimenti e dai prestiti alle imprese e ai comuni Cittadini. Sta di fatto però, che dopo la crisi economica del 2008 le Banche hanno ridotto notevolmente la loro propensione a concedere prestiti. A tal proposito basta ricordare cosa accadde poco dopo l’inizio della crisi del 2008 quando l’Europa concesse alla Banche prestiti a tassi bassissimi (quasi nulli) per incentivare il
PUBBLICO NUOVAMENTE QUESTO INTERVENTO PERCHE' E' STATO ABUSIVAMENTE CENSURATO e DIFFIDO CHIUNQUE a RICORRERE a TALI METODI LESIVI DEL DIRITTO COSTITUZIONALE di ESPRIMERE il PROPRIO PENSIERO (art.21)
Il titolo di questo post fa esplicito riferimento al fatto che dal febbraio scorso (2020) i Tg, i giornali e più in generale l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sono quasi esclusivamente focalizzati sulla Pandemia, come se tutto il resto non contasse.
Comprendo la particolare situazione che noi tutti viviamo e subiamo, così come la necessità di contenere la diffusione del virus e l’impegno per debellarlo, ma questa è una condizione da considerare momentanea anche se potrebbe durare ancora un anno e forse più, perché la domanda che mi faccio è: in che condizioni economiche e sociali ci troveremo terminata questa pandemia? Cosa si sta facendo per il post- pandemia, chiamiamola così?
Escludendo questa emergenza che avrà una fine, non vedo una reale attenzione su come far ripartire l’economia con azioni frutto di scelte concretamente valutate, condivise e programmate da attivare sin da ora per scongiurare il pericolo di un crollo dell’economia nazionale (chiusura di Aziende, perdita di posti di lavoro, ecc.). Osservo, usando le parole di Draghi, che ci si sta indebitando con un “debito negativo” che non produrrà in futuro ricchezza (Prodotto Interno Lordo PIL), come le spese per il reddito di cittadinanza, l’acquisto di monopattini e macchine elettriche e i vari bonus a fondo perduto limitati per qualche mese che non contribuiscono a risolvere le perdite subite delle Aziende e delle famiglie a causa del blocco delle attività e chi più ne ha più ne metta. Per contro non ho visto, utilizzando nuovamente le parole di Draghi, che lo Sato abbia contratto o intenda in futuro contrarre un “indebitamento positivo” in grado da creare in futuro ricchezza, come ad esempio finanziamenti a fondo perduto per l’occupazione e per gli investimenti nelle aziende per renderle più competitive e permettergli di innovarsi.
Dall’inizio della pandemia il PIL ha subito, come previsto, gravi perdite in punti percentuali: per primo trimestre 2020 si registrava un -13% circa e ad ottobre il -9% circa e con le nuove restrizioni introdotte dai DCPM del Governo a novembre si presume che dovrebbe scendere ulteriormente. A fronte di questa minore produzione di ricchezza (PIL), l’indebitamento dello Stato ha assunto dimensioni rilevanti. Ad ottobre era di 2.585 miliardi di Euro pari a circa il 160% del PIL. Chi pagherà e come questi debiti e quelli che lo Stato sta per contrarre con L’Europa (i cosiddetti “aiuti”) se non tutti noi e soprattutto i nostri figli e i figli dei nostri figli che nasceranno già con un futuro ipotecato? Per non parlare della perdita della sovranità nazionale conseguente al fatto che i bilanci futuri dello Stato (il bilancio è l’atto politico per eccellenza) saranno fortemente condizionati nel contenere entro parametri prefissati il rapporto Debito pubblico/PIL, che presumibilmente avrà conseguenze dirette sui Cittadini che vedranno sempre meno garantiti i cosiddetti diritti acquisiti (dagli stipendi, alle pensioni, al diritto alle cure, ecc.).
Speriamo che non sia troppo tardi per cambiare rotta.
Non sono un addetto ai lavori, per cui non so dire chi ha a torto o ragione in merito alla questione se il Covid -19 sia un virus artificiale oppure naturale, so per certo che esiste un dibattito su questa questione.
Premesso questo, il Sevizio Pubblico (RAI) avrebbe trasmesso un programma nel marzo 2015 in cui sembrerebbe che possa farsi risalire la nascita del Covid -19 ad una manipolazione artificiale (di laboratorio). Puntualizzazione questa che ritengo di una certa rilevanza per quanto riguarda proprio il servizio pubblico.
Quello che trovo INQUIETANTE e NON ACCETABILE per una società occidentale che dovrebbe avere tra i valori fondati la libertà di espressione è la CENSURA !!! ... Infatti, chi prova a postare sui social network (come facebook) il video della trasmissione in questione viene censurato come “falsa informazione”, così anche se provate a ricercare tale trasmissione con i “motori di ricerca” come Google … è tutto censurato salvo la "smentita" chiamiamola cosi, apparsa su Repubblica … e in questo contesto trovo IMPORTANTE ribadire che se un servizio è trasmesso dalla RAI, servizio pubblico di cui dovrebbe essere garante lo Stato, a maggior ragione non può certo essere CENSURATO dai social network o dai “motori di ricerca”.
Credo che questo modo di fare sia lesivo dei diritti (inviolabili) costituzionalmente garantiti ed mia opinione che chi di dovere debba intervenire.
- Briciole di storia: quando il Comune di Milano ricorse al prestito obbligazionario per risanare le casse comunali, il “Prestito Parini” (1944)
- Scontro Lega-PD in Consiglio regionale delle Marche sulla “pandemia” … giusto per non farsi prendere in giro.
- A proposito del POTERE
- A proposito delle spiegazioni impossibili sulla politica italiana