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La politica è “l’insieme dei provvedimenti con cui si ceca di raggiungere determinati i fini” (voce “Politica" Dizionario Treccani), tradotto vuol dire che un politico deve aver ben chiaro i fini da raggiungere, come raggiungerli e in quanto tempo e la sua azione politica deve avere al centro gli interessi dei Cittadini e della Nazione.
Il famigerato “recovery fund” ovvero fondi di recupero, i 209 miliardi per intenderci che l’Europa potrebbe concedere all’Italia gran parte come prestito è oggetto di un acceso dibattito tra le diverse fazioni politiche. Dibattito che sfrondato da tutti i ricami in “politichese” si riduce a “l’Italia non può permettersi di perdere questa occasione”!(?) Ma ancora nessuno ci ha spiegato in concreto in quali progetti con quali costi e tempi utilizzerà questi soldi e quale è in dettaglio il piano investimenti da cui si è verificata l’opportunità, ovvero la convenienza, di contrarre questo nuovo debito. Se non si è fatto un piano di investimento non si può certo affermare a scatola chiusa che il “recovery fund” sia “una occasione da non perdere” basandosi solamente sul fatto che l’Europa ci concede una prestito, prestito che dovranno poi pagare le prossime generazioni.
Detto questo, è sconcertante che caduto un Governo, verificata l’impossibilità di costruire una maggioranza parlamentare, si dia l’incarico per formare un nuovo governo ad un tecnico esterno anche con un curriculum di tutto rispetto, con la scusa del “recovery fund” e paventando la possibilità che se si andasse a votare aumenterebbero i contagi. Credo invece che doveva essere data la parola ai Cittadini per decidere del loro futuro che è il principio fondamentale che caratterizza una democrazia. Cercare invece a tutti i costi di impedire il voto tentando di dimostrare che nella situazione attuale scegliere un tecnico esterno come Capo di un nuovo Governo sia la soluzione giusta per il suo curriculum, perché è stimato in Europa e gradito ai Mercati Finanziari, penso che non faccia parte del modo di intendere le “democrazie occidentali”, ma si avvicina al modo di fare ad esempio del dittatore venezuelano Manduro.
Come utilizzare il “Recovery Fun” (in italiano “fondo di recupero”, non si utilizza l’italiano forse perché si è affetti dalla sindrome di inferiorità?), pari a 209 miliardi di Euro concessi dall’Europa è oggetto da tempo di un aspro confronto politico, l’ultima crisi di Governo lo testimonia. A questo prestito si aggiungono i 32 miliardi del “Ristori 5” per far fronte alle perdite economiche subite da imprese, professionisti, ecc. per un tortale di 248 miliardi di Euro di debito aggiuntivo dello Stato.
Il debito dello Stato Italiano al dicembre 2020 è pari a circa 2.600 miliardi di Euro, sempre per l’anno 2020 le Entrate Finali dello Stato (competenze) sono state di circa 585 miliardi di Euro a fronte di un valore delle Spese Finali (competenze) di circa 663 Miliardi di Euro. Se aggiungiamo al debito dello Stato i fondi previsti per “Restori 5” e del Recovery Fund” il debito dello Stato salirebbe a 2841 miliardi di Euro !!
Nel 2010 il debito dello Stato Italiano era di 1.84O miliardi di Euro, in circa dieci anni questo debito è aumentato di ben 760 miliardi di Euro che con “Restori5” e il “Recoveru Fund” l’amento del debito in dieci anni salirà ad un più 1001 Miliardi di Euro rispetto al 2010. In sostanza il debito dello Sato subirà una aumento dell’54,4% rispetto al 2010 a fronte di una aumento del PIL (Prodotto Interno Loro, ovvero la ricchezza prodotta) sempre rispetto al 2010, del 13% ( 1549 miliardi di Euro nel 2010 e 1790 miliardi di euro nel 2020).
Stante questi numeri piuttosto preoccupanti, qualcuno dei politici vorrebbe spiegare a noi Cittadini come si intende ridurre questo enorme debito garantendo i diritti acquisiti e i servizi sociali come la tutela della salute, le pensioni, gli stipendi, ecc. nel prossimo futuro? Vorrebbe qualche politico spiegarci come mai il debito pubblico è salito negli ultimi dieci anni così tanto dopo che ci hanno imposto enormi sacrifici (ad esempio la riforma delle pensioni – Legge Fornero) raccontandoci che erano necessari per risanare i conti dello Stato? E in fine e non per ultimo, vorrebbe qualche politico spiegare quale futuro intendono riservare alle nuove generazioni?
Antefatto – Dopo il ribaltone parlamentare che ha portato al cambiamento di “colore” del Governo italiano da Giallo Verde a Giallo Rosso, la parte soccombente, il Centro Destra, motivatamente dal punto di vista politico, insisteva sulla necessità di ricorrere al voto per dare la “parola” ai Cittadini, stante il fatto che la maggioranza parlamentare non rappresentava più la volontà della maggioranza dei Cittadini. Ma improvvisamente, quanto inaspettatamente è tutto da chiarire, “esplode” la Pandemia.
Forse in un primo momento si pensava che poteva essere contenuta in breve tempo, ma così non è stato, ma sta di fatto che ha colto impreparato il Governo.
Il prolungarsi delle restrizioni imposte con i DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), reiterati per quasi un anno in maniera del tutto “anomala” per una democrazia, ha suscitato e suscita molti malumori tra i cittadini, negli operatori economici e in alcuni esponenti delle Istituzioni.
Stante questo antefatto, allo stato attuale il perdurare della Pandemia e la necessità di imporre restrizioni fa si che la coalizione di Governo perda consenso. A questo è da aggiungere l’inconsistenza dell’azione dello stesso Governo per rilanciare l’economia che ha origine nella inconciliabilità politica tra le stesse forze della maggioranza parlamentare. Risulta pertanto probabile che nel caso si vada alle elezioni l’attuale maggioranza di governo giallo rossa sarebbe soccombente. Nel contempo credo che il Centro Destra sa che se andasse al governo nella situazione attuale, perderebbe consensi dovendo giocoforza continuare ad imporre restrizioni per contenere la Pandemia. Inoltre si troverebbero sotto la spada di Damocle degli eventuali prestiti concessi dall’Europa che potrebbero far venire meno molte delle promesse elettorali, perché aumentando l’indebitamento dello Stato di fatto blinderebbero le prossime leggi di bilancio.
Credo che per queste motivazioni il Centro Destra non ha messo efficacemente in crisi il Governo anche sollevando nelle sedi opportune la legittimità del suo operato che ha esautorato il Parlamento dalle sue funzioni istituzionali. Che ci sia un accodo tra opposizione e maggioranza, stante questi presupposti, penso sia più che credibile. Ma Italia Viva di Renzi che è della maggioranza parlamentare al Governo, apre la crisi sulle motivazioni che dovrebbero essere quelle dell’opposizione di Centro Destra. Perché?
Una ipotesi che potrebbe spiegare la mossa di Renzi che si fa portavoce delle criticità presenti nella maggioranza aprendo la crisi di governo, potrebbe essere la constatata caduta di consensi della coalizione di Governo ed ha cercato così di evitare che il suo partito, Italia Viva, sparisca o possa essere fortemente ridimensionato con il rischio di perdere ogni possibilità di futuro politico. Questo anche con un possibile accordo alle prossime elezioni o per un cambio nell’attuale compagine governativa con Forza Italia e altri partitini satelliti del Centro Destra e questo con il bene tacito delle altre forze di Centro Destra. E’ vero che Renzi a parole ha escluso ogni tipo di accordo con il Centro Destra, ma le parole dei politici italiani spesso non trovano riscontro nei fatti. Basta ricordare le dichiarazioni di Zingaretti del PD e di Maio del M5S del tipo “mai con il M5S” e viceversa “mai con il PD” e alla fine si sono messi a governare insieme
Nella situazione attuale se le forze di maggioranza Giallo Rossa ricorressero al soccorso dei senatori e deputati cosiddetti “costruttori” pur di rimanere in sella, sarebbe irrispettoso delle Istituzioni. Infatti tale possibilità sarebbe inconciliabile con i presupposti per cui si forma un Governo in una Paese democratico e di Diritto. Però è una strada che può essere formalmente percorsa che potrebbe far parte di un tacito accordo anche con le forze di opposizione di Centro Destra. Staremo a vedere. Il Presidente Matterella è il garante della Costituzione e credo voglia che l’eventuale nuovo Governo abbia delle “basi solide”, perché altrimenti sarebbe improponibile varare un Governo come quelli della Prima Repubblica, i cosiddetti “” Governi Estivi,” per gestire i fondi messi a disposizione dall’Europa.
La verità non sta in quello che si vuole vedere e si vuole raccontare, ma nei fatti e per rendersene conto è necessario spogliarsi di tutti i pregiudizi ideologici che sopiscono l'intelligenza. Si percepisce nell’aria un’atmosfera da “Nuova Santa Inquisizione” che vuole imporre la propria morale riesumando spettri veri o presunti del passato come se fossero dei demoni esattamente come faceva la Santa Inquisizione intimorendo gli oppositori con la prospettiva delle “fiamme eterne dell’inferno” … e il senso delle “fiamme eterne” era ben percepito e stava nel ricordo di quando da bambini ci si scottava il dito tentando di toccare la fiamma delle candele … e così il “gregge” si teneva e si tiene a bada con il “terrore”.
In tale clima non si può rimanere indifferenti dal comportamento da “Santa Inquisizione” tenuto dai social network che non sono una entità astratta, ma economia con scopo di lucro che ovviamente stanno al “gioco” di chi ritiene sia “il più forte”.
A prescindere dall’aspetto squisitamente politico, ritengo inaccettabile per una Società che si reputa “democratica ed evoluta”, come quella occidentale accettare che social network censurino e inibiscano il loro uso al Presidente ancora in carica e democraticamente eletto degli USA. Censure subite allo stesso modo anche da altri esponenti politici e da comuni Cittadini che hanno opinioni diverse da quella che si vuole sia il pensiero dominante eticamente corretto. Credo che stiamo vivendo una condizione in cui è diventata una prassi consolidata e ritenuta eticamente corretta, “l’hacheraggio ideologico” non per manomettere il nostro PC, ma la nostra mente e quindi anche i ricordi e la storia. … Forse per questo motivo mi ritorna in mente il vecchio libro di Orwell “1984” !!
E’ luogo comune attribuire l’invenzione del primo motore a scoppio a quattro tempi all’ingegnere tedesco Nikolas August Otto che dopo aver intuito le possibilità commerciali dei motori a gas, nel 1862 brevettò il primo modello di motore a scoppio a quattro tempi fondando la Società N.A. Otto per iniziarne la produzione che avvenne nel 1866. Questo primo motore fu presentato al pubblico in occasione della seconda Esposizione Universale di Parigi. Il motore da subito mise in evidenza diversi difetti e nel 1875 l’ing. Otto incaricò altri due ingegneri Daimler e Maybach, che progettarono un nuovo motore introducendo la fase di combustione eliminando così tutti i difetti del primo motore, motore meglio noto come “motore a ciclo otto”. Questo nuovo motore fu brevettato nel 1876 e l’ing. Otto fondò una nuova società per produrlo in sostituzione della precedente da lui fondata.
Nel 1886 Benz brevettò la prima auto, un triciclo con motore a scoppio a quattro tempi denominata “Velociped”.
Questa in estrema sintesi è la storia più conosciuta sull’invenzione dei motori a scoppio, pochi però sanno che l’ingegnere inventore italiano Eugenio Barsanti insieme a Felice Matteucci nel 1854 brevettò un motore a combustione interna da impiegare in macchine utensili e i due nel 1856 svilupparono un motore a due cilindri con una potenza di 5CV ottenendo nel 1857 il brevetto inglese n. 1665 e subito dopo svilupparono un motore con due pistoni contrapposti (soluzione questa che fu ripresa dalla italiana Isetta per la produzione della vettura a tre ruote Iso Isetta, poi ceduta alla BMV) Per la produzione di questo motore nel 1860 Barsanti e Matteucci fondarono la “Società del nuovo motore" e nello stesso anno ne iniziarono la produzione presso le officine Pietro Benini che lo costruì con una potenza di 8CV, questo motore che fu presentato all’Esposizione Nazionale delle Arti e delle Industrie a Firenze.
Barsanti e Matteucci continuarono a perfezionare il loro motore anche per i trasporti (in particolare ferroviari e marittimi) e nel 1861 lo brevettarono, brevetto ceduto e utilizzato dalla ditta Escher Wiss & C. di Zurigo per realizzare un motore di 12 HP (circa 12,1 CV) che ebbe un buon riscontro commerciale.
Nel 1877 Barsanti cercò di contestare l’attribuzione dell’invenzione del motore a scoppio all’ingegnere tedesco N.A. Otto, ma non riuscì nel suo intento anche se i disegni riportati nel brevetto dell’ing. Otto fossero chiaramente riconducibili al quelli riportati nel brevetto di Barsanti e Matteucci.