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Cosa si intende per potere? E’ ancora realistico il concetto di “potere”, così come comunemente è inteso?
Spulciando tra le diverse definizioni si può ad esempio fare riferimento a K. Marx che eguaglia il potere politico e quello economico, potere che si identifica con il possesso dei mezzi di produzione da parte di una classe sociale. Definito in questo modo il potere, il Marxismo ha come obiettivo il controllo (potere) dei mezzi di produzione da parte della classe operaia che si sostituisce alla classe sociale che ne detiene la proprietà in forma privata. La messa in pratica del marxismo ha trasferito questo potere economico e quindi politico dalla proprietà privata alla dirigenza di un partito (Partito Comunista) che diventa così una nuova classe sociale, diversa anch’essa da quella operaia che di fatto controlla, gestisce e organizza i mezzi di produzione. L’unica differenza tra le due forme di “possesso dei mezzi di produzione” è quindi nella modalità di controllo e di gestione: nella società marxista è di tipo centralizzata che fa capo allo Stato, ovvero al Partito Unico, l’altra è decentralizzata che fa capo alla proprietà privata la cui attività di controllo e di gestione è però regolamentata dallo Stato con apposite norme
Un altro modo di definire il potere è la capacità di produrre effetti giuridici: introdurre, modificare, cancellare rapporti giuridici. Questa definizione di potere include tutte le possibili forme di Governo: da quella di ispirazione Marxista (dittatura del proletariato), a quella liberale come le democrazie occidentali e più in generale tutte le altre possibili forme di governo. Sta di fatto che
Cercare di capirci qualcosa sull’attuale situazione politica italiana può sembrare una presa in giro, tante sono le contraddizioni e i paradossi che risulterebbe praticamente impossibile poter darne una spiegazione logica e razionale.
Immaginiamo che dopo un lungo periodo di coma una persona si risvegli e inizia ad ascoltare i notiziari e a leggere voracemente la stampa per recuperare il tempo perduto.
Ascolta e riascolta più volte i vari telegiornali su più canali e legge e rilegge più volte i tanti articoli di giornale che parlano di politica e si convince che forse sarebbe opportuno richiedere delle visite specialistiche di controllo, ritenendo fondato il rischio che il periodo trascorso in coma potrebbe avergli procurato qualche danno celebrale: non riesce a capire cosa sta succedendo e soprattutto ad interpretare il significato delle parole che ha ascoltato dai tanti personaggi politici che siedono in Parlamento. Fa più visite comprese tac e risonanze di vario genere, ma la diagnosi è sempre la stessa: tutto nella norma!
Tranquillizzato per la sua salute, decide di andare in libreria per acquistare differenti edizioni del vocabolario di italiano ed inizia a confrontare il significato di “voltagabbana”, ma nella sostanza scopre che il significato è quello che già conosceva ovvero è “chi cambia con facilità opinione e idee, per opportunismo o per tornaconto personale”. Allora comincia a dubitare che i nostri parlamentari conoscano l’italiano, perché confondono il termine “voltagabbana” con “costruttori” o “responsabili”. A questo punto inizia a cercare nei suoi vocabolari il significato di “inciucio” e anche in questo caso scopre che è proprio quello che conosceva. In origine indicava il “pettegolezzo” e di recente questa parola sta ad indicare “un accordo sottobanco fatto di nascosto” e non "un accordo per formare un governo di salvezza nazionale". A questo punto si rimette a leggere i tanti giornali che ha acquistato, perché gli viene il dubbio che aveva dimenticato quali partiti stanno nel centro sinistra, quali nel centro destra e così via, ma scopre dalle loro dichiarazioni che non lasciano adito a dubbi interpretativi, che ciascuno di loro - dalla propria parte politica - ha dichiarato che non sarebbe possibile conciliare la propria idea di politica e di governo del Paese, con quella degli avversari. Stando così le cose, arriva alla conclusione che non esiste ancora in italiano un termine che definisca la situazione attuale: un accordo sottobanco che allo stesso tempo è fatto alla luce del sole, o meglio delle telecamere per
Finita la Prima Guerra Mondiale, la crisi economica che ne seguì, l’emigrazione di molti italiani all’estero per cercare lavoro furono le cause principali del calo demografico che si registrò nell’immediato dopo guerra. A queste cause è da aggiungere l’incidenza della mortalità infantile che in Italia sfiorava il 15% delle nascite solo per la primissima età da 0 ad un anno (Cfr. A.M. Gatti, La mortalità infantile tra ottocento e novecento. La Sardegna nel panorama italiano, C.so di aggiornamento Gruppo di Studio di Storia della Pediatria, 2000).
Per far fronte a questa emergenza, che è anche quella che da alcuni anni si sta registrando in Italia, il Governo guidato da Mussolini con la Legge 2277 del 1925 istituì l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (O.N.M.I.) che aveva principalmente lo scopo; di ridurre la mortalità infantile; la diffusione delle modalità scientifiche di igiene prenatale e infantile; ridurre il fenomeno dell’abbandono infantile; “provvedere alla protezione ed assistenza delle gestanti e delle madri bisognose o abbandonate, dei bambini, lattanti e divezzi fino al quinto anno di età, appartenenti a famiglie bisognose che non possono prestar loro tutte le necessarie cure per un razionale allevamento, dei fanciulli fisicamente o psichicamente anormali e dei minori materialmente o moralmente abbandonati”. Di conseguenza si istituirono ambulatori per curare e assistere le madri bisognose con particolare riguardo alla sifilide e la tubercolosi (istituzione di Consorzi provinciali per combattere la tubercolosi infantile e le Colonie estive di profilassi). All’epoca la sifilide e la tubercolosi erano malattie diffuse e difficilmente curabili. Per l’assistenza alle madri, in ogni Comune furono attivati ambulatori ostetrici e consultori e furono istituiti asili nido sino al terzo anno di
La politica è “l’insieme dei provvedimenti con cui si ceca di raggiungere determinati i fini” (voce “Politica" Dizionario Treccani), tradotto vuol dire che un politico deve aver ben chiaro i fini da raggiungere, come raggiungerli e in quanto tempo e la sua azione politica deve avere al centro gli interessi dei Cittadini e della Nazione.
Il famigerato “recovery fund” ovvero fondi di recupero, i 209 miliardi per intenderci che l’Europa potrebbe concedere all’Italia gran parte come prestito è oggetto di un acceso dibattito tra le diverse fazioni politiche. Dibattito che sfrondato da tutti i ricami in “politichese” si riduce a “l’Italia non può permettersi di perdere questa occasione”!(?) Ma ancora nessuno ci ha spiegato in concreto in quali progetti con quali costi e tempi utilizzerà questi soldi e quale è in dettaglio il piano investimenti da cui si è verificata l’opportunità, ovvero la convenienza, di contrarre questo nuovo debito. Se non si è fatto un piano di investimento non si può certo affermare a scatola chiusa che il “recovery fund” sia “una occasione da non perdere” basandosi solamente sul fatto che l’Europa ci concede una prestito, prestito che dovranno poi pagare le prossime generazioni.
Detto questo, è sconcertante che caduto un Governo, verificata l’impossibilità di costruire una maggioranza parlamentare, si dia l’incarico per formare un nuovo governo ad un tecnico esterno anche con un curriculum di tutto rispetto, con la scusa del “recovery fund” e paventando la possibilità che se si andasse a votare aumenterebbero i contagi. Credo invece che doveva essere data la parola ai Cittadini per decidere del loro futuro che è il principio fondamentale che caratterizza una democrazia. Cercare invece a tutti i costi di impedire il voto tentando di dimostrare che nella situazione attuale scegliere un tecnico esterno come Capo di un nuovo Governo sia la soluzione giusta per il suo curriculum, perché è stimato in Europa e gradito ai Mercati Finanziari, penso che non faccia parte del modo di intendere le “democrazie occidentali”, ma si avvicina al modo di fare ad esempio del dittatore venezuelano Manduro.
Come utilizzare il “Recovery Fun” (in italiano “fondo di recupero”, non si utilizza l’italiano forse perché si è affetti dalla sindrome di inferiorità?), pari a 209 miliardi di Euro concessi dall’Europa è oggetto da tempo di un aspro confronto politico, l’ultima crisi di Governo lo testimonia. A questo prestito si aggiungono i 32 miliardi del “Ristori 5” per far fronte alle perdite economiche subite da imprese, professionisti, ecc. per un tortale di 248 miliardi di Euro di debito aggiuntivo dello Stato.
Il debito dello Stato Italiano al dicembre 2020 è pari a circa 2.600 miliardi di Euro, sempre per l’anno 2020 le Entrate Finali dello Stato (competenze) sono state di circa 585 miliardi di Euro a fronte di un valore delle Spese Finali (competenze) di circa 663 Miliardi di Euro. Se aggiungiamo al debito dello Stato i fondi previsti per “Restori 5” e del Recovery Fund” il debito dello Stato salirebbe a 2841 miliardi di Euro !!
Nel 2010 il debito dello Stato Italiano era di 1.84O miliardi di Euro, in circa dieci anni questo debito è aumentato di ben 760 miliardi di Euro che con “Restori5” e il “Recoveru Fund” l’amento del debito in dieci anni salirà ad un più 1001 Miliardi di Euro rispetto al 2010. In sostanza il debito dello Sato subirà una aumento dell’54,4% rispetto al 2010 a fronte di una aumento del PIL (Prodotto Interno Loro, ovvero la ricchezza prodotta) sempre rispetto al 2010, del 13% ( 1549 miliardi di Euro nel 2010 e 1790 miliardi di euro nel 2020).
Stante questi numeri piuttosto preoccupanti, qualcuno dei politici vorrebbe spiegare a noi Cittadini come si intende ridurre questo enorme debito garantendo i diritti acquisiti e i servizi sociali come la tutela della salute, le pensioni, gli stipendi, ecc. nel prossimo futuro? Vorrebbe qualche politico spiegarci come mai il debito pubblico è salito negli ultimi dieci anni così tanto dopo che ci hanno imposto enormi sacrifici (ad esempio la riforma delle pensioni – Legge Fornero) raccontandoci che erano necessari per risanare i conti dello Stato? E in fine e non per ultimo, vorrebbe qualche politico spiegare quale futuro intendono riservare alle nuove generazioni?
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