Antefatto – Dopo il ribaltone parlamentare che ha portato al cambiamento di “colore” del Governo italiano da Giallo Verde a Giallo Rosso, la parte soccombente, il Centro Destra, motivatamente dal punto di vista politico, insisteva sulla necessità di ricorrere al voto per dare la “parola” ai Cittadini, stante il fatto che la maggioranza parlamentare non rappresentava più la volontà della maggioranza dei Cittadini. Ma improvvisamente, quanto inaspettatamente è tutto da chiarire, “esplode” la Pandemia.
Forse in un primo momento si pensava che poteva essere contenuta in breve tempo, ma così non è stato, ma sta di fatto che ha colto impreparato il Governo.
Il prolungarsi delle restrizioni imposte con i DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), reiterati per quasi un anno in maniera del tutto “anomala” per una democrazia, ha suscitato e suscita molti malumori tra i cittadini, negli operatori economici e in alcuni esponenti delle Istituzioni.
Stante questo antefatto, allo stato attuale il perdurare della Pandemia e la necessità di imporre restrizioni fa si che la coalizione di Governo perda consenso. A questo è da aggiungere l’inconsistenza dell’azione dello stesso Governo per rilanciare l’economia che ha origine nella inconciliabilità politica tra le stesse forze della maggioranza parlamentare. Risulta pertanto probabile che nel caso si vada alle elezioni l’attuale maggioranza di governo giallo rossa sarebbe soccombente. Nel contempo credo che il Centro Destra sa che se andasse al governo nella situazione attuale, perderebbe consensi dovendo giocoforza continuare ad imporre restrizioni per contenere la Pandemia. Inoltre si troverebbero sotto la spada di Damocle degli eventuali prestiti concessi dall’Europa che potrebbero far venire meno molte delle promesse elettorali, perché aumentando l’indebitamento dello Stato di fatto blinderebbero le prossime leggi di bilancio.
Credo che per queste motivazioni il Centro Destra non ha messo efficacemente in crisi il Governo anche sollevando nelle sedi opportune la legittimità del suo operato che ha esautorato il Parlamento dalle sue funzioni istituzionali. Che ci sia un accodo tra opposizione e maggioranza, stante questi presupposti, penso sia più che credibile. Ma Italia Viva di Renzi che è della maggioranza parlamentare al Governo, apre la crisi sulle motivazioni che dovrebbero essere quelle dell’opposizione di Centro Destra. Perché?
Una ipotesi che potrebbe spiegare la mossa di Renzi che si fa portavoce delle criticità presenti nella maggioranza aprendo la crisi di governo, potrebbe essere la constatata caduta di consensi della coalizione di Governo ed ha cercato così di evitare che il suo partito, Italia Viva, sparisca o possa essere fortemente ridimensionato con il rischio di perdere ogni possibilità di futuro politico. Questo anche con un possibile accordo alle prossime elezioni o per un cambio nell’attuale compagine governativa con Forza Italia e altri partitini satelliti del Centro Destra e questo con il bene tacito delle altre forze di Centro Destra. E’ vero che Renzi a parole ha escluso ogni tipo di accordo con il Centro Destra, ma le parole dei politici italiani spesso non trovano riscontro nei fatti. Basta ricordare le dichiarazioni di Zingaretti del PD e di Maio del M5S del tipo “mai con il M5S” e viceversa “mai con il PD” e alla fine si sono messi a governare insieme
Nella situazione attuale se le forze di maggioranza Giallo Rossa ricorressero al soccorso dei senatori e deputati cosiddetti “costruttori” pur di rimanere in sella, sarebbe irrispettoso delle Istituzioni. Infatti tale possibilità sarebbe inconciliabile con i presupposti per cui si forma un Governo in una Paese democratico e di Diritto. Però è una strada che può essere formalmente percorsa che potrebbe far parte di un tacito accordo anche con le forze di opposizione di Centro Destra. Staremo a vedere. Il Presidente Matterella è il garante della Costituzione e credo voglia che l’eventuale nuovo Governo abbia delle “basi solide”, perché altrimenti sarebbe improponibile varare un Governo come quelli della Prima Repubblica, i cosiddetti “” Governi Estivi,” per gestire i fondi messi a disposizione dall’Europa.