Cosa si intende per potere? E’ ancora realistico il concetto di “potere”, così come comunemente è inteso?
Spulciando tra le diverse definizioni si può ad esempio fare riferimento a K. Marx che eguaglia il potere politico e quello economico, potere che si identifica con il possesso dei mezzi di produzione da parte di una classe sociale. Definito in questo modo il potere, il Marxismo ha come obiettivo il controllo (potere) dei mezzi di produzione da parte della classe operaia che si sostituisce alla classe sociale che ne detiene la proprietà in forma privata. La messa in pratica del marxismo ha trasferito questo potere economico e quindi politico dalla proprietà privata alla dirigenza di un partito (Partito Comunista) che diventa così una nuova classe sociale, diversa anch’essa da quella operaia che di fatto controlla, gestisce e organizza i mezzi di produzione. L’unica differenza tra le due forme di “possesso dei mezzi di produzione” è quindi nella modalità di controllo e di gestione: nella società marxista è di tipo centralizzata che fa capo allo Stato, ovvero al Partito Unico, l’altra è decentralizzata che fa capo alla proprietà privata la cui attività di controllo e di gestione è però regolamentata dallo Stato con apposite norme
Un altro modo di definire il potere è la capacità di produrre effetti giuridici: introdurre, modificare, cancellare rapporti giuridici. Questa definizione di potere include tutte le possibili forme di Governo: da quella di ispirazione Marxista (dittatura del proletariato), a quella liberale come le democrazie occidentali e più in generale tutte le altre possibili forme di governo. Sta di fatto che
il potere in quanto tale, non può prescindere dalla capacità pratica di rendere efficaci gli effetti giuridici conseguenti all’esercizio del potere stesso.
Altri modi di definire il potere oltre l’autorità conferita ad una persona o gruppi di persone, sono la capacità di influire sul comportamento altrui, la possibilità di agire e fare, di dominio, di possesso ovvero di proprietà.
Tutte queste definizioni presuppongono una identità ben definita di chi detiene o può detenere il potere e di come lo può esercitare.
Nel film The International (Regia T. Tywer, USA 2009) viene citato il potere come “capacità di creare debito”. Ragionandoci sopra, il potere non è dunque di chi possiede i mezzi di produzione, ma di chi può creare il debito e tanto questo è grande tanto più può condizionare i rapporti giuridici tra le nazioni e le persone. Così ad esempio nella piccola scala le banche che concedono un prestito indebitano persone e aziende condizionandone l’attività. A loro volta le banche contraggono debiti per acquisire liquidità con le banche centrali (es. la BCE) che stampano moneta. In scala più grande il debito pubblico di uno Stato ne condiziona, ne limita la sovranità, debito che ad esempio si crea con le banche centrali e con l’emissione dei titoli di Stato che sono a loro volta acquistati da famiglie, banche, Fondi Sovrani esteri, ecc..
Il potere è quindi diventato “liquido”, non identificabile con certezza? Credo fino ad un certo punto, perché di fatto è in mano a “chi” è nelle condizioni di creare un indebitamento di grande entità a livello globale.