L’era dei transatlantici veri e propri si può dire che iniziò nei primi anni del ‘900 (il Titanic è nella memoria di tutti) e fini negli anni ’60 sostituiti dal trasporto aereo. Gli ultimi transatlantici italiani furono la Raffaello e la Michelangelo che rimasero in servizio per un solo decennio dal 1965 al 1975, un periodo in cui i transatlantici erano già da tempo in declino. Nella cosiddetta “era dei transatlantici” tra i diversi Paesi vi fu una sorta di competizione per chi era in grado di varare il transatlantico più veloce, più grande e confortevole.
Il REX varato nel 1931 salì alla ribalta mondiale per la velocità, la grandezza, il comfort e la raffinatezza del lusso che fu una caratteristica dei transatlantici italiani anche in periodi più recenti (ad esempio, l’Andrea Doria, la Raffaello e la Michelangelo).
Il REX aveva una stazza di circa 51.000 tonnellate, una lunghezza di quasi 270m, una larghezza di circa 30m, dotato di motori che sviluppavano una potenza di 120.000 cavalli che potevano arrivare anche 140.000 cavalli (CV). Progettato dall’ing. Achille Piazzai fu uno dei primissimi transatlantici con la chiglia a “bulbo” come per le navi moderne, con quattro eliche con una equilibratura che come riferito dagli esperti dell’epoca era invidiabile. Fu anche il primo ad avere gli ascensori che permettevano di raggiungere agevolmente i vari piani. Poteva imbarcare
quasi 2300 passeggeri più 880 uomini di equipaggio di cui 110 macchinisti. Nel 1933 batté il record di velocità calcolato sul tempo impiegato per attraversare l’atlantico per raggiunge New York (partendo dal porto di Genova) arrivando al porto newyorkese in meno di quattro giorni (addirittura con un giorno di anticipo da quello previsto) con una velocità media di 28,92 nodi con punte di 29,61 nodi, vincendo così il prestigioso “Nastro Azzurro”. Record che rimase imbattuto per sessant’anni. Il REX e la trasvolata della flottiglia di idrovolanti guidata da Italo Balbo sempre nello stesso anno furo anche motivo di “riscatto” agli occhi degli americani degli immigrati italiani e testimoniarono i progressi raggiunti e le potenzialità della tecnologia navale e aereonautica italiana in quegli anni.
Il REX fu affondato al largo del porto di Trieste durante il secondo conflitto mondiale (1944) e rappresentò un vero e proprio mito al punto che il suo marchio fu utilizzato anche dopo la guerra anche per gli elettrodomestici