La politica è “l’insieme dei provvedimenti con cui si ceca di raggiungere determinati i fini” (voce “Politica" Dizionario Treccani), tradotto vuol dire che un politico deve aver ben chiaro i fini da raggiungere, come raggiungerli e in quanto tempo e la sua azione politica deve avere al centro gli interessi dei Cittadini e della Nazione.
Il famigerato “recovery fund” ovvero fondi di recupero, i 209 miliardi per intenderci che l’Europa potrebbe concedere all’Italia gran parte come prestito è oggetto di un acceso dibattito tra le diverse fazioni politiche. Dibattito che sfrondato da tutti i ricami in “politichese” si riduce a “l’Italia non può permettersi di perdere questa occasione”!(?) Ma ancora nessuno ci ha spiegato in concreto in quali progetti con quali costi e tempi utilizzerà questi soldi e quale è in dettaglio il piano investimenti da cui si è verificata l’opportunità, ovvero la convenienza, di contrarre questo nuovo debito. Se non si è fatto un piano di investimento non si può certo affermare a scatola chiusa che il “recovery fund” sia “una occasione da non perdere” basandosi solamente sul fatto che l’Europa ci concede una prestito, prestito che dovranno poi pagare le prossime generazioni.
Detto questo, è sconcertante che caduto un Governo, verificata l’impossibilità di costruire una maggioranza parlamentare, si dia l’incarico per formare un nuovo governo ad un tecnico esterno anche con un curriculum di tutto rispetto, con la scusa del “recovery fund” e paventando la possibilità che se si andasse a votare aumenterebbero i contagi. Credo invece che doveva essere data la parola ai Cittadini per decidere del loro futuro che è il principio fondamentale che caratterizza una democrazia. Cercare invece a tutti i costi di impedire il voto tentando di dimostrare che nella situazione attuale scegliere un tecnico esterno come Capo di un nuovo Governo sia la soluzione giusta per il suo curriculum, perché è stimato in Europa e gradito ai Mercati Finanziari, penso che non faccia parte del modo di intendere le “democrazie occidentali”, ma si avvicina al modo di fare ad esempio del dittatore venezuelano Manduro.