E’ luogo comune attribuire l’invenzione del primo motore a scoppio a quattro tempi all’ingegnere tedesco Nikolas August Otto che dopo aver intuito le possibilità commerciali dei motori a gas, nel 1862 brevettò il primo modello di motore a scoppio a quattro tempi fondando la Società N.A. Otto per iniziarne la produzione che avvenne nel 1866. Questo primo motore fu presentato al pubblico in occasione della seconda Esposizione Universale di Parigi. Il motore da subito mise in evidenza diversi difetti e nel 1875 l’ing. Otto incaricò altri due ingegneri Daimler e Maybach, che progettarono un nuovo motore introducendo la fase di combustione eliminando così tutti i difetti del primo motore, motore meglio noto come “motore a ciclo otto”. Questo nuovo motore fu brevettato nel 1876 e l’ing. Otto fondò una nuova società per produrlo in sostituzione della precedente da lui fondata.
Nel 1886 Benz brevettò la prima auto, un triciclo con motore a scoppio a quattro tempi denominata “Velociped”.
Questa in estrema sintesi è la storia più conosciuta sull’invenzione dei motori a scoppio, pochi però sanno che l’ingegnere inventore italiano Eugenio Barsanti insieme a Felice Matteucci nel 1854 brevettò un motore a combustione interna da impiegare in macchine utensili e i due nel 1856 svilupparono un motore a due cilindri con una potenza di 5CV ottenendo nel 1857 il brevetto inglese n. 1665 e subito dopo svilupparono un motore con due pistoni contrapposti (soluzione questa che fu ripresa dalla italiana Isetta per la produzione della vettura a tre ruote Iso Isetta, poi ceduta alla BMV) Per la produzione di questo motore nel 1860 Barsanti e Matteucci fondarono la “Società del nuovo motore" e nello stesso anno ne iniziarono la produzione presso le officine Pietro Benini che lo costruì con una potenza di 8CV, questo motore che fu presentato all’Esposizione Nazionale delle Arti e delle Industrie a Firenze.
Barsanti e Matteucci continuarono a perfezionare il loro motore anche per i trasporti (in particolare ferroviari e marittimi) e nel 1861 lo brevettarono, brevetto ceduto e utilizzato dalla ditta Escher Wiss & C. di Zurigo per realizzare un motore di 12 HP (circa 12,1 CV) che ebbe un buon riscontro commerciale.
Nel 1877 Barsanti cercò di contestare l’attribuzione dell’invenzione del motore a scoppio all’ingegnere tedesco N.A. Otto, ma non riuscì nel suo intento anche se i disegni riportati nel brevetto dell’ing. Otto fossero chiaramente riconducibili al quelli riportati nel brevetto di Barsanti e Matteucci.