Dopo un lungo periodo “oscurantista” che ha caratterizzato la cultura del nostro Paese dal dopoguerra sino a tutti gli anni ’80 e in parte è proseguito nel decennio successivo, si stanno riscoprendo nell’ambito dell’architettura, i valori culturali, estetici e funzionali dell’architettura del Ventennio. Un’architettura che fu volutamente ignorata da un manipolo di rappresentanti “l’intellighenzia” italiana nel tentativo goffo, quanto maldestro di cancellare un periodo della Nostra storia, atteggiamento che purtroppo non interessò la sola architettura. … A tal proposito basta leggere quanto scrisse l’architetto, urbanista e politico Bruno Zevi, uno dei maggiori storici e critici italiani dell’architettura nel suo “ Saper vedere l’architettura” che così “liquida” l’architettura del Ventennio senza MAI menzionarla direttamente: ” … l’accademismo ha imitato l’architettura romana quando aveva un programma di architetture simbolo che volevano esprimere i vuoti conati di ritorni imperialistici, miti di supremazia militare e politica, con edifici statici e spazi statici, ravvolti nell’enfasi megalomane e nella retorica”. ... Prendendo spunto da queste parole di Zevi, che definirei emblematiche di un’antistorica lettura ideologica dell’architettura italiana, mostro alcune foto e rappresentazioni di architetture del Ventennio. Gli esempi scelti NON sono oggetti architettonici qualunque, bensì le sedi de
l Partito Fascista , note come “Case del Fascio”, all’epoca simbolo per eccellenza del “potere. Esempi che meglio di tutti posso contraddire oggettivamente quanto affermato da Zevi e dall’intellighenzia del dopoguerra italiana. … NON si può trascurare il fatto che nel Ventennio, NON fu imposto uno stile di “regime”, come in Germania e nell’URSS. Fu un periodo di ampi confronti tra i fautori del razionalismo e del ritorno al classicismo. Frutto o “conseguenza” di questo confronto fu anche l’introduzione del cosiddetto “stile Littorio” che in molti casi ha formalizzato un’architettura che trova un’interessante e originale equilibrio/mediazione tra razionalismo e classicismo, un’elegante "reinterpretazione" modernista dello stile classico. In questo periodo, ebbero modo di cimentarsi come progettisti anche molti giovanissimi architetti al pari di quelli già affermati e che vinsero molti concorsi pubblici di progettazione !! … Volutamente non mostro la famosa Casa del fascio di Terragni, ma altre forse meno note … Anche per questi edifici come in molti altri del periodo in questione, vi fu un’intensa attività di confronto e di ricerca (compositiva, funzionale e tecnico-costruttiva) che in dubbiamente ha dato lustro all’architettura italiana.