Il 26 giugno del 1946 il primo governo De Gasperi, formato da DC (Democrazia Cristiana) PCI (Partito Comunista Italiano), PSUP (Partito Socialista di Unità Proletaria), Il Partito D’azione e il Patito Democratico dei Lavoratori, firmò con il Belgio un accordo che impegnava l’Italia ad adoperarsi per fornire 50.000 lavoratori italiani al ritmo di 2000 alla settimana, da impegnare nelle miniere di carbone del Belgio in cambio di 2500 tonnellate di carbone ogni 1000 lavoratori, praticamente gli emigrati italiani erano di fatto una “merce di scambio”. È difficile conoscere il numero esatto dei lavoratori italiani partiti per lavorare nelle miniere belghe, ma si stima che siano stati tra i 75.000 e gli 80.000.
Perché il Belgio aveva tutto l’interesse a “importare la manodopera” italiana? Perché gli italiani da impegnare nelle miniere erano assunti con salari molto inferiori a quelli dei lavoratori belgi, erano lavoratori senza tutala sindacale e perché i belgi non avevano intenzione di lavorare in quelle miniere che sapevano insicure perché i proprietari delle miniere non le avevano ammodernate. Il contratto di lavoro aveva una durata di 12 mesi e per alloggiare i lavoratori italiani, furono utilizzate le baracche di vecchi campi di concentramento tedeschi per prigionieri russi prima e tedeschi poi, inoltre il Belgio poteva trattenere dai salari dei lavoratori italiani le spese che aveva anticipato per il loro trasferimento.
Vennero in Italia medici belgi per selezionare in centri appositamente istituiti, i lavoratori ritenuti sani da inviare nelle miniere, e poi fatti salire su treni dove nessuno poteva scendere una volta superato il confine con la Svizzera per impedire che potessero scendere in quel Paese prima di arrivare in Belgio.
Il Governo italiano fece affiggere ovunque manifesti per invogliare ad emigrare in Belgio e fece la sua parte anche il cinema neorealista che, se così si può dire, propagandò l’emigrazione come un’oppertunità di lavoro, in un periodo storico in cui c’era molta forza lavoro disoccupata.
Solamente nel 1948 furono abolite le discriminazioni di trattamento salariale tra italiani e belgi.