Nella risposta a questa domanda forse si riesce a spiegare meglio tutta la debolezza e i punti di forza del nostro Paese. Un Paese in cui l’ossatura economica e produttiva sta nelle piccole e medie imprese che la crisi dell’ultimo decennio ha colpito pesantemente ed anche oggi sono in grande difficoltà a causa della stretta creditizia, ovvero il difficile accesso al credito bancario, perché le banche sono restie a concedere prestiti per loro sofferenze dovute ai crediti inesigibili. Come risponderebbe il nostro interlocutore alla domanda “che paese è l’Italia?”.
Oggi sarebbe in seria difficolta nel dare una risposta, perché inizierebbe a domandarsi: “è un Paese turistico?”, “un Paese industriale?”, “il Paese dell’artigianato?”, “un Paese agricolo caratterizzato da una produzione di nicchia e di qualità?”. E’ questa incertezza che tutto sommato avremo anche noi, che fotografa bene la situazione in cui ci troviamo non certo delle migliori, perché altro non significa se non che in questi anni abbiamo cercato di fare di tutto e male a causa della mancata politica di investimenti strutturali in grado di dare sviluppo alla produzione e quindi all’economia e realizzare posti di lavoro certi ovvero stabili soprattutto per i giovani. Per contro in questi ultimi anni la politica è stata quella dei finanziamenti spot sparsi in ogni ambito e settore senza una vera e concreta politica di sviluppo e più volti a soddisfare “fabbisogni elettorali” dei singoli e di partiti/coalizioni. Il risultato devastante è stato l’aver creato una forte disoccupazione giovanile con la conseguente fuga di cervelli (laureati) all’estero e un diffusissimo lavoro precario. Per non parlare del depauperamento del nostro artigianato di eccellenza e della nostra manifattura che da sempre sono stati un fattore trainate per la nostra economia. E allora prima di andare a votare, cerchiamo di capire se nelle proposte elettorali c’è una chiara politica strutturale di sviluppo, o invece ci stanno propinando i soliti interventi spot senza una linea giuda bensì casuali, al fine di incamerare più voti. Se così è forse sarebbe meglio non andare a votare.