Il significato dell’abitazione oggi (in un contesto urbano, ma anche al di fuori)è quasi esclusivamente quello di uno spazio separato dall’ambiente esterno, privo di autonomia energetica e di approvvigionamento d’acqua che necessita di strutture esterne appositamente costituite e organizzate, per lo smaltimento degli scarti derivanti dall’attività abitativa (es. rifiuti, scarichi, ecc.) e per i servizi necessari per lo svolgimento delle attività sociali (come ad esempio i sistemi di comunicazione a per lo spostamento delle persone). … Di fatto questa assoluta “dipendenza” dall’esterno ha trasformato il “focolare domestico” in una “UTENZA”. … Questo modello di abitazione oggi diffusissima specie nei Paesi industrializzati, è il risultato del processo di industrializzazione iniziato nel XVIII sec. che ha modificato radicalmente la struttura sociale dell’epoca. Il processo di industrializzazione si è via, via evoluto e il sistema produttivo complessificato portando ad accentrare in ristretti ambiti/ambienti decisionali, la gestione e il controllo delle fonti di energia che sono il cuore pulsante che tiene in vita il sistema e la Società stessa. La sua struttura e organizzazione è però incompatibile con “l’ipotesi di una gestione decentrata delle fonti energetiche al di fuori cioè dei “ristretti ambiti/ambienti decisionali”. … Potremo pensare di tradurre tutto questo,
affermando semplicisticamente che CHI amministra il territorio (sia esso Nazione, Comunità Europea e più in generale la “Comunità delle Nazioni”, quelle industrializzate in particolare) impone cosa, quanto e a che prezzo consumare energia … Però questa interpretazione poteva essere valida in assoluto fino alla prima metà del XX sec, oggi NON è più così. … Infatti, con il progresso tecnologico le scelte o strategie politiche sono necessariamente CONDIZIONATE dalla tecnologia e addirittura si potrebbe affermare che la tecnologia si SOSTITUISCE “all’uomo” nelle decisioni (SCELTE). Questo perché le cosiddette “scelte o decisioni” NON possono confliggere o essere incompatibili con lo sviluppo tecnologico e con la tecnologia già presente, ovvero in uso: un sistema con sempre più bassa entropia, e sempre più complesso al punto che non è più pensabile chela sua gestione, il suo controllo e il suo sviluppo siano la diretta conseguenza di scelte autonome fatte dalla “politica” ovvero da CHI ha il compito di amministrare il territorio. … Anche la cosiddetta “condivisione delle scelte” tanto “auspicata”, anche a livello planetario, altro non sono che una NECESSITA’ per poter più razionalmente “assecondare” lo sviluppo tecnologico, quasi come se fosse un sistema che assume sempre di più un’autonoma capacità decisionale. … Purtroppo qualunque altra alternativa comporterebbe un regresso insostenibile, sia con l’attuale crescita demografica del Pianeta, sia con l’equilibrio del suo ecosistema. … Il diffondersi dell’uso di fonti energetiche alternative a quelle fossili (le uniche ancora oggi in grado di garantire il soddisfacimento del fabbisogno energetico mondiale) ha oggi caratteristiche ben diverse da quelle dei pionieri che ne introdussero l’utilizzo già dalla metà del secolo scorso, legati ai movimenti Underground che si caratterizzavano nel promuovere “sistemi di vita e di abitazioni” alternative, autonome e autosufficienti energeticamente parlando, ricorrendo anche al riciclo di materiali e componendi dismessi come risposta alternativa ai “modelli” caratterizzanti il cosiddetto “sistema”. Ma le proposte “rivoluzionarie” propugnate da tali movimenti hanno interessato solo marginalmente e per un breve periodo la società, proponendo sistemi abitativi di “nicchia” scarsamente esportabili, ovvero diffusibili e non propriamente rispondenti alle esigenze della stragrande maggioranza delle persone e più in generale della Società. … Oggi invece i sistemi che utilizzano l’energia alternativa (pannelli fotovoltaici, pale eliche, ecc.) sono frutto, ovvero sono derivati (figli) dall’attuale “sistema tecnologico” e non sono certo una alternativa al cosiddetto “sistema”, nel senso che sono ad esso perfettamente compatibili, NON permettendo di certo un “controllo e una gestione decentralizzata” dell’energia prodotta. … In fin dei conti nelle nostre abitazioni (UTENZE), anche se in scala ridotta, troviamo applicati analoghi sistemi o modalità di "controllo2 che regolano la nostra Società. Sistemi utili a garantire il mantenimento della "struttura tecnologica e produttiva" il cui punto di forza risiede proprio nel "controllo" centralizzato delle fonti energetiche.
In conclusione, stante come è tutt'oggi strutturata la nostra Società, credo che sia difficilmente raggiungibile l'obiettivo di migliorare la qualità delle cosiddette "Unità Abitative" (alloggi) per quanto riguarda un più razionale utilizzo dell'energia e per il raggiungimento da parte dell'Utenza di una maggiore libertà nella gestione della propria abitazione per meglio assecondare le proprie aspettative.
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