In alcune ideologie, come quella che fa capo alla sinistra, e religioni, come quelle monoteiste, “l’uguaglianza” è punto centrale del loro agire nelle Società umane, caratterizzata da una presunta ricerca del raggiungimento della giustizia sociale,
nell’accezione ampia di questo termine. Nella pratica, e la storia lo dimostra, questo ha prodotto solo privilegi per la “casta di governo” della Società, i rappresentati di Partito, o per il Clero ad esempio, e l’uguaglianza è stata la chiave di volta per mantenere la popolazione tutta nella stessa condizione di sudditanza, inibendo ogni specificità e qualità dei singoli soggetti.
L’uguaglianza è ed è stata l’arma letale della democrazia e dello sviluppo, perché la democrazia si caratterizza NON sul principio dell’uguaglianza, ma sulla “Parità di Diritti” che è cosa ben diversa, riconoscendo la diversità e la specificità dei soggetti come una qualità. Da quasi tre secoli, dalla Rivoluzione francese, si è invece cominciato ad affermare il principio dell’uguaglianza, che tradotto in termini elementari sta a significare che “siamo tutti uguali”, negano così, ad esempio, la “diversità delle razze” ed anche di “sesso”. Contestare oggi tale principio espone chi lo fa al pubblico ludibrio e ad essere tacciato di razzismo, perché si presuppone che parlare di “diversità di razza” sottintenda necessariamente parlare “di superiorità di una razza rispetto ad un’altra”. Una interpretazione questa falsa, per non dire ipocrita, e che fa comodo a chi utilizza il principio dell’uguaglianza per garantire i propri “privilegi” all’interno della società. La cosiddetta “razza” è “una realtà biologica” che non può essere negata ed è caratterizzata proprio dalle differenze genetiche, differenze che come ho avuto modo di evidenziare, non significano di certo che una razza sia superiore rispetto ad un'altra, significa semplicemente che siamo diversi, sarebbe come dire che il verde e l’azzurro sono due colori uguali e invece dire che sono due colori diversi non significa affermare che l’uno è più bello dell’altro.
Premesso che secondo i dati raccolti finora la “variabilità biologica” umana mostra delle specificità, rispetto agli altri Mammiferi, ovvero sembrerebbe che il patrimonio genetico dell'uomo è meno eterogeneo e tutti gli esseri umani hanno la stessa traccia genetica della comune “origine africana”. Questo vuol dire che esiste una minore varietà di razze tra gli esseri umani, rispetto agli altri mammiferi. Faccio alcuni esempi semplici per rendere più compresnsibile cosa significa "la diversità".
I neri rispetto ai bianchi e agli asiatici hanno un vantaggio genetico nello sport, come nella corsa breve, nel salto, nel football o nel basket, anche per i loro fianchi più stretti che consente loro di avere un’andatura più efficiente. Hanno una quantità di testosterone mediamente più alto dei bianchi e degli orientali (dal 3 al 20%) che gli consente di produrre e avere nell’immediato più disponibilità di energia. Viceversa sono inadatti al nuoto per la loro struttura scheletrica più pesante rispetto ai bianchi e agli asiatici. Così ad esempio, gli orientali hanno mediamente una massa celebrale più grande dei neri e dei bianchi e un quoziente intellettivo mediamente maggiore, ma sono più lenti non solo nella corsa, ma anche nello sviluppo, mentre i bianchi hanno (mediamente) una massa celebrale che si colloca (statisticamente) tra quella dei neri e quella degli orientali, anche se più vicina a questi ultimi. Quindi NON siamo tutti uguali, bensì semplicemente diversi, così come differenti sono le specificità fisiche e biologiche tra i due sessi. Ignorare tali differenze è una forzatura in negativo, perché non consente di valorizzare al meglio le caratteristiche dei soggetti umani ed ha lo scopo “politico” di accreditare la dominanza di uno, o più “gruppi” nella Società umana.